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LE ESCURSIONI CLASSICHE

IL TRENTINO

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Trento, i suoi vini ed il Castello del Buonconsiglio

Attraverso la Val d'Adige, un giardino ricco di coltivazioni di vino e alberi da frutto, si raggiunge la città di Trento, perla del Rinascimento e capitale della regione. Qui ebbe luogo nel 16. sec il famoso concilio e, per accogliere vescovi e cardinali qui riuniti per le sedute conciliari, con i loro numerosi seguiti, la città fu arricchita di fontane, chiese e magnifici palazzi e residenze rinascimentali. La gigantesca cattedrale del 13. sec., con la sua cripta, i suoi rosoni e le sue cappelle orientate è un capolavoro dell'arte romanica lombarda. Sotto la Torre Civica e dietro il Teatro Sociale si possono ancora ammirare i resti della Tridentum romana, con i muri e le strade lastricate ancora in ottimo stato. Dopo il tempo libero visita del Castello del Buonconsiglio, residenza dei principi-vescovi per quasi 600 anni: grazie ai suoi giardini sospesi, le sue logge aeree, i caminetti di marmo intagliato e le sale decorate da stucchi ed affreschi è da annoverare senza alcun dubbio fra le più belle residenze nobiliari dell'Italia Settentrionale. Per terminare, visita di una delle centinaia di cantine del Trentino, per conoscere i segreti della produzione vinicola locale e degustare i suoi vini giustamente celebri in tutta Italia: il Teroldego, il Nosiola e il Marzemino, il vino amato da Mozart.

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Le Dolomiti ed i laghi del Brenta

Giornata dedicata al massiccio del Brenta, un "spina" di Dolomia lunga 43 km, posto all'interno del meraviglioso Parco Naturale "Adamello-Brenta" habitat di molte specie animali, fra le quali l'orso bruno. Il Lago di Molveno è la prima perla blu-verde di questo collier formato da decine di piccoli laghi di montagna. Ai piedi del maestoso massiccio del Brenta si può intraprendere un piccolo giro in barca oppure camminare su un prato all'inglese a bordo riva. Si prosegue attraverso la Val Rendena, disseminata di piccoli villaggi caratterizzati da rustiche cappelle gotiche, decorate dalle sapienti mani dei pittori Baschenis, originari dalla Val Brembana e qui giunti nel 15. e 16. sec. Deviando verso la Val Genova, si raggiungono le Cascate del Nardis, ai piedi del granitico ghiacciaio della Presanella. Gli ultimi 700 m. sono da percorre a piedi in una natura ancora selvaggia e d'improvviso si apre alla vista ed ai sensi la freschezza vigorosa e naturale delle cascate. Si prosegue per Madonna di Campiglio, nota località di sport invernali e luogo di riposo dei regnanti asburgici, per consumare il pranzo. Attraversando la Valle di Non, immenso frutteto sovrabbondante di mele profumate e saporite, si raggiunge il Lago Smeraldo il cui nome ricorda l'identico colore delle sue acque. Una scala metallica ci conduce in una stretta forra scavata nelle rocce e che conduce ad una piccola valletta nascosta, dominata da pareti di roccia calcarea. Inattesi ci accolgono piccoli ponticelli sopra un ameno ruscello, pareti muscose irrorate da brevi cascatelle, antichi mulini in un ambiente che sembra uscito da un racconto fiabesco.

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Il mare del Trentino: il Lago di Garda

Rotta verso meridione, alla scoperta del "Mare fra le montagne": palme, olivi ed oleandri decorano le rive fiorite, baciate dal ritmo sonoro di piccole onde. È un soffio di Mediterraneo trasportato per incanto fra i monti, una perla marina abbracciata da vette alpine. Ci si avvicina passando per la Valle dei Laghi: un bacino allungato coperto di viti e cosparso di piccoli laghi romantici, come il Lago di Toblino diviso da una lingua di terra sulla quale si eleva un poderoso castello, con terrazze a pelo dell'acqua e giardini all'italiana. Prima fermata a Riva del Garda, città dall'orgoglioso passato feudale: chiese, castelli, porte cittadine e cinta fortificata si accostano a magnifici palazzi di epoca asburgica nascosti fra giardini di alloro ed oleandro. Dopo una passeggiata che include l'antico porto, partenza in battello alla volta di Limone, dove bianche pareti di roccia si gettano nell'azzurro del lago, sopra il quale circola il profumo dei limoni. Degli artisti senza nome hanno qui lasciato il segno del loro passaggio su nude pareti di piccole chiese, sulle curve finestre di marmo e soffitti lignei. L'acqua e la pietra sono qui le regine di un reame abitato fino a poco tempo fa solo da pescatori e contadini. Dopo un pasto a base di pesce si fa vela in direzione di Malcesine, ove il borgo antico, sovrastato da un castello amato già da Goethe e Klimt, ci seduce con piccole calli lastricate di pietre di lago.

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Bassano e Marostica: ricordi della « Serenissima »

La Valsugana, l'antica via romana Claudia-Augusta Altinate è ancora oggi dominata dalle vestigia di antiche fortezze ed addolcita dal fascino dei laghi più eleganti e visitati del Trentino: Caldonazzo e Levico. La piccola cittadina di Levico, centro termale del 19. s. ama nascondere il suo volto dietro lussureggianti giardini e giganteschi hotel in stile Art Deco, figli coccolati dell'epoca imperiale, che ci rinviano ai fasti dell'ultimo periodo asburgico. In un'ora di viaggio si giunge a Bassano, perla del Rinascimento veneziano. Le piazze, dominate da statue, palazzi e chiese decorate da affreschi e dipinti dei maggiori artisti veneti, ci rammentano gli antichi splendori della Serenissima. Qui, l'arte delle maioliche raggiunse il suo massimo splendore già all'epoca di Tiziano, Jacopo Bassano e Veronese. Palladio stesso, ineguagliato architetto padre del classicismo veneto, ha lasciato un ricordo del suo passaggio: il Ponte degli Alpini rifatto più volte dopo i bombardamenti, è forse l'espressione più pura e sublime delle profonde ferite delle due guerre mondiali. Il pomeriggio si apre sulla romantica storia di un duello fra Vieri e Rinaldo, ambedue innamorati della bella Lionora, figlia del podestà di Marostica. Invece di battersi cruentamente, i due cavalieri si sfidarono in una partita a scacchi, che viene ancor oggi celebrata ogni due anni con pezzi viventi nel mese di Settembre sulla squadrata piazza principale del paese, protetta da due secolari fortezze scaligere. I cavalli, i re e le regine si muovono al suono di tamburi e ciaramelle. La regione è una delle capitali della grappa e una degustazione in una delle numerose distillerie è praticamente un obbligo. Buon viaggio di ritorno!

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La regina, la fata ed il "Trono di Dio"

Attraversando vallate verdeggianti d'estate e ridenti di neve d'inverno, si giunge a Moena, anche detta la « Fata delle Dolomiti », incantevoli stradine, masi rustici, la romanica chiesa di S. Volfango ci accolgono in un'atmosfera festosa. Ma è il sovrastante Passo di S. Pellegrino (1918 m.) che ci annuncia la prima battaglia fra la pietra ed il cielo: questa terrazza dolomitica è l'avamposto del paradiso per gli amanti della montagna. Una discesa vertiginosa fra pareti di roccia lunare ci conduce ad Alleghe, piccolo villaggio alpino dove l'acqua e la pietra si divertono sotto un cielo d'un azzurro profondo. Era un tranquillo mattino del 1771 quando il gigante di pietra è stato scosso fin nelle sue fondamenta: la terra ha ruggito e l'immane mole del Monte Civetta ha lasciato precipitare degli enormi massi con un grido di dolore sordo e penetrante come un tuono: il Lago di Alleghe era nato. Ripreso il percorso dopo la pausa pranzo, si erge alla nostra destra un altro immenso titano: a causa delle sue forme e della maestosità delle sue dimensioni si racconta che il Signore stesso venga a sedersi sul Monte Pelmo per ammirare un tale panorama e così tutti lo chiamano il "Trono di Dio". Ma la montagna più immensa, smisurata è senza dubbio la Marmolada, l'antica Rosalya, luogo dell'inverno senza fine. Coi suoi 3.343 m. supera ogni cima dolomitica, è il solo colosso che ancora osa imprigionare la neve nei mesi d'estate. Una pausa ai suoi piedi, presso il Lago di Fedaia, per ammirare la bellezza selvaggia delle sue titaniche creste. Ritorno per Cavalese, sede di numerosi campionati di sci nordico.

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Rovereto e la Grande Guerra (1915 – 18)

Il Trentino ha vissuto in "prima persona" i drammi della Prima Guerra Mondiale. Alcune cicatrici non si sono ancora del tutto rimarginate e le testimonianze delle tragedie di migliaia di uomini sono ancora visibili nel nostro territorio. Rovereto è la città trentina che ha vissuto più da vicino i disastri della Grande Guerra, i resti del le trincee si possono visitare ancor oggi poco fuori dal centro: testimoni ne sono il Museo della Guerra, all'interno del Castello Veneziano, che accoglie un'esposizione di armi dal Medioevo agli inizi del '900; l'Ossario, immane monumento funebre realizzato nel 1936, che ospita i resti di più di 20.000 soldati e naturalmente la famosissima Campana dei Caduti una delle più grandi al mondo ancora in funzione. Ma la città, chiamata nel passato la "Piccola Atene del Trentino", ha altre cose da offrire: il MART, museo di arte contemporanea e moderna, uno dei più belli d'Italia, la Chiesa di S. Marco, testimonianza della dominazione veneziana del 15. sec e l'antica cinta muraria medievale. Dopo la visita si sale sull'Altipiano di Folgaria, dove passava la frontiera meridionale dell'Impero Austroungarico, cinto da alte montagne disseminate di fortezze formidabili. Il Forte Belvedere, il solo che sia stato ricostruito, è oggi un museo che fa toccare con mano le difficoltà e gli stenti dei soldati durante la guerra. Dopo la visita si continua verso il Lago di Caldonazzo, ai tempi terra di frontiera ed oggi stazione climatica e località balneare. Pausa relax sulle rive del lago più vasto del Trentino.

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Tour culturale in Val di Non

La Valle di Non, oggi conosciuta per l'estensione dei suoi meleti e per la pratica del kayak e del rafting, è stata lungamente una zona di passaggio di estrema importanza fra il Tirolo, la Lombardia e la Svizzera. Ecco perché ritroviamo tracce artistiche proveniente da più regioni, che qui si sono fuse in un modo particolare e caratteristico. Castel Thun fu la residenza principale di questa famiglia di principi-vescovi, che per un certo periodo sedette sugli scranni più alti ed importanti dell'Impero. Costruito a metà del 13. sec su di una collina dalla splendida posizione panoramica, presenta torri, bastioni, fossati e cammini di ronda tipici delle fortezze medievali. Ma gli interni svelano una vera e propria residenza nobiliare del 16. sec con logge eleganti, camere rivestite in legno, stanze completamente arredate e collezioni di armi ed armature dell'epoca d'oro della famiglia. Per giungere al Santuario di San Romedio si passa per la gotica basilica di San Zeno, santuario dei Tre Santi, costruita sopra un antico tempio dedicato a Saturno. L'eremo è invece uno dei più caratteristici dell'intero arco alpino, eretto su di uno sperone roccioso alto 99 m. e strapiombante sul rio sottostante. Qui, come scaturite dallo stesso scoglio calcareo, si affastellano cinque piccole cappelle sovrapposte, in un gioco quasi labirintico di arte e di fede. Nel recinto sottostante ancora si trovano due esemplari dell'animale più amato da S. Romedio, l'orso bruno. Nel pomeriggio non può mancare una visita al piccolo ma interessantissimo Museo Retico, concepito come una vera e propria spirale a ritroso nel tempo e che permette di gettare uno sguardo su questa antica cultura preromana. Oltrepassato il Lago di S. Giustina ci aspetta una passeggiata per Cles, capoluogo dell'intera valle, dove, oltre a incantevoli residenze cinquecentesche, alla Chiesa Parrocchiale in gotico clesiano, merita assolutamente una visita il Palazzo Assessorile, caratterizzato da eleganti bifore, caditoie e, al suo interno, da splendide sale affrescate.